Perché non è una conquista diventare idoli di noi stessi?
Provo ad accompagnarvi in un ragionamento che facciamo poco: il primo comandamento, quello che troviamo in Esodo 20, dice «Io sono il Signore tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù; non avrai altri dei di fronte a me»
Nella formula del Catechismo invece è espresso così: "IO SONO IL SIGNORE TUO DIO, NON AVRAI ALTRO DIO FUORI DI ME”.
👉Notate la differenza? Se, come abbiamo letto nel libro di testo, gli idoli sono quelle immagini che si frappongono tra me e gli altri e, se sono credente, tra me e Dio, riuscite a capire la sfumatura della versione dell'Esodo? penso che se siete in grado di coglierla, è più facile capire perché a diventare idoli di se stessi si rischia di frantumare la propria felicità. L'egomania, di cui parla la canzone ascoltata la volta scorsa, è proprio «la nuova malattia di questa società dell'io». L'egomania distrugge la relazione con l'altro e con il mondo (perché non tutto può girare intorno a me) ed è nella possibilità di costruire relazioni belle che si gioca invece la nostra felicità.